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Le Amiche Operose

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, 00:46am

Pubblicato da le amiche operose

Solo nell'epoca cristiana è possibile esaminare il primo reperto di lavoro a maglia, analizzandone la struttura e i colori.
È probabile che manufatti più antichi non abbiano resistito all'usura del tempo o, più semplicemente, siano stati riciclati più volte, visto che uno dei pregi maggiori del lavoro a maglia è proprio quello di poter essere disfatto e impiegato per altri utilizzi.
Il reperto venne alla luce in Siria tra le rovine di Dura-Europas e presenta una tecnica molto simile a quella usata quando si lavora con il ferro circolare oppure con i due ferri tenuti liberamente (e non uno sotto l'ascella destra) tra le mani. Tuttavia, Richard Rutt, in "A History of Handknitting" propende per la teoria che il frammento di Dura non sia stato lavorato a maglia ma con la più arcaica tecnica del naalbinding.
Si può ipotizzare che le maglie siano state create da un solo ferro, uncinato sulla punta, come l'uncinetto tunisino, strumento tipico di lavorazione manuale, più semplice e più antico del lavoro a telaio, che era molto diffuso nell'area mediterranea. L'aver trovato molti reperti soprattutto nell'area medio-orientale fa propendere gli studiosi per una origine indoeuropea del lavoro a maglia, ciò è suggerito anche dal termine sanscrito "nahyat" (lavoro a maglia ma anche rete all'uncinetto) da cui deriva il termine anglosassone "ketten" fino ad arrivare al termine in inglese moderno "knitting".
Sono stati trovati anche reperti in Perù quasi contemporaneamente al primo reperto siriano, ma è senza dubbio la tradizione mediterranea quella che si è diffusa per tutta Europa.
In Egitto, a Bahnasa, sono stati trovati numerosi capi lavorati a maglia che si fanno risalire al IV e al V secolo.

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